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Nessun bambino nasce cattivo
Ma la cultura della guerra nutre l'educazione dei bambini fin dai primi anni di scuola; nella nostra società altamente alfabetizzata, i libri di testo sono riempiti, quasi esclusivamente, dalla storia dei grandi conquistatori; senza bisogno di far nomi basta notare che gran parte del pianeta è ricoperta dai monumenti edificati a loro onore e ricordo.
Non solo, ma i bambini vengono anche incoraggiati a giocare alla guerra. Regaliamo loro ogni tipo di arma dalle più grandi alle più piccole, sotto forma di giocattoli.
La guerra viene enfatizzata e glorificata attraverso ogni mezzo di comunicazione.
Lo sappiamo e lo si constata ovunque.
Ma l'affermazione non è nuova se già Platone, duemilacinquecento anni fa, scriveva (Timeo, 86-87)
«Perché malvagio nessuno è di sua volontà, ma il malvagio diviene malvagio per qualche prava disposizione del corpo o per un allevamento senza educazione, e queste sono cose odiose a ciascuno e gli capitano contro sua voglia»
E se qualche adolescente diventa cattivo non dimentichiamo di addossarne le responsabilità a chi realmente le porta. La stragrande maggioranza dei bambini si salvano, sorretti dalle cure di genitori saggi ed amorevoli, ma sempre più spesso accade che, verso l'età dell'adolescenza, il "sistema" incateni i più fragili in una spirale da cui è difficile uscire. La morte è banalizzata, svuotata di ogni senso al punto che non rappresenta più alcun ostacolo, anche se immotivata. Ed è scientificamente provato che anche i bambini più piccoli hanno spesso una forte tendenza alla solidarietà e all'altruismo.
Ma ci sono le inaudite e spaventose violenze di genitori sui figli anche piccolissimi, episodi che lasciano ammutoliti e che possono distruggere intere vite.
L’unica speranza si può trovare nella parte femminile del genere umano.
Solo attraverso quella si potrà ridar luce alle straordinarie qualità dell’individuo “donna”, parte inscindibile dell’elemento fondamentale della specie: la coppia.
Solo così sarà possibile trarre giovamento dall’altra metà del genere umano, non ancora “capìta” nel valore che potrebbe avere per la gestione delle cose, così mal condotte dal potere maschile, che continua ad accentuare lo squilibrio spaventoso ed ingiusto fra ricchi e poveri, con indifferenza e senza alcuna solidarietà, con quel cinismo che fa dell'uomo il più perverso degli animali.
La donna è “la madre”, dà vita al figlio, lo nutre, lo alleva, lo cura. É la donna che trasferisce al figlio i primi rumori che, attraverso l'embrione, gli giungono dall'esterno: sono questi i primi segnali che il bambino riceve, per via inconsapevole, dall'ambiente che lo circonda.
Il figlio può crescere con attitudini propense ad accettare tutto quel che di benevolo la vita può offrirgli: con l'aiuto del padre, se anch’egli è di buon animo, il figlio crescerà nel migliore dei modi.
Ma la donna, decine e decine di migliaia di anni or sono, ebbe un valore e un significato che di molto travalica quello che oggi non ha più.
Di quell'epoca rimangono statuette di grande importanza, sia dal punto estetico che sacro: le famose "Veneri Paleolitiche" con spropositate fattezze femminili: seni, fianchi, ventre, gambe. La testa era completamente rotonda, con corone circolari sovrapposte l'una sull'altra, quasi volessero nascondere ancora di più le fattezze del volto che non doveva essere conosciuto.
E queste forme, inesistenti nella realtà, volevano forse indicare e suggerire la potenza di un'entità sconosciuta, dalla quale tutto poteva nascere e che su tutto si poteva imporre: la natura.
É evidente che tutto andò decrescendo; i due mondi si allontanavano finché la natura andò perdendo quasi tutti i suoi poteri.
E tutto il genere umano, senza rendersene conto, restò privo delle sue migliori qualità.
Oggi la donna è stata declassata, umiliata, non ha più alcun potere e nessuno può prevedere se la coscienza umana potrà restituire alla donna l'orgoglio e la forza morale che le spetta di diritto.
La donna potrebbe avere di nuovo la possibilità di capovolgere il senso delle cose, e non rimarrebbe sicuramente insensibile alla partenza dei suoi figli verso la guerra, verso un destino che forse non glieli farà più rivedere.
La Venere di Willendorf (50-60.000 anni or sono)
Potrebbe mitigare, modificare, addirittura eliminare l'odio, l'incomprensione fra i popoli e le religioni, il macabro desiderio di uccidere.
Potrebbe ancora avere uno straordinario e luminoso peso per la gestione delle cose, così mal condotte dalla parte di umanità cui appartengo.
Ma, c’è un “ma”, sottolineato e deciso: a patto che la parte femminile non voglia imitare l’altro sesso, ma che riporti a galla le sue vere sensibilità, la sua particolare intelligenza e, con essa, il suo diverso modo di vedere il mondo, senza lasciarsi irretire dagli aspetti peggiori che fino ad oggi hanno prevalso.
Sinceramente penso che un vasto numero di “quote celesti” sparse in tutto il mondo, unitamente alla parte migliore dell'altro sesso, potrebbe aumentare di gran lunga il senso della concordia, la cura dei giovani, la mitigazione dei contrasti all'interno delle famiglie ed all’interno dei vari paesi, l'avvicinamento delle diverse religioni, una più forte dose di buon senso e, soprattutto, una decisa carica di ripugnanza e di avversione per le guerre e per le armi che le preparano.
Ecco perché occorre salvaguardare fin dai primi anni la vita dei bambini, alcuni dei quali, con il crescere, sono costretti ad assorbire lo spirito dell'odio, della vendetta ed infine il bisogno di guerra e di morte.
Specialmente laggiù dove si scorge lo spuntare di nuove ricchezze, facendo finta di non vedere la morte di tanti innocenti con la giustificazione di salvare e liberare il proprio paese. Ed ecco ancora il terrorismo che spaventa per gli inganni e la crudeltà che può mettere in gioco nei momenti più inaspettati: un uomo o una donna si imbottisce di esplosivo, si mescola alla gente comune, suoi concittadini, nei punti più affollati e si fa esplodere.
Dalla parte opposta ci sono giustificazioni, di tutt'altro genere ma completamente ignote; ma così possenti da inviare migliaia di giovani a "portare la pace e la democrazia" in paesi lontani anni luce, da tutti i punti di vista. Ma tutto ciò, compresa la pace che è sbandierata da tutti, è nascosto sulla punta delle armi più potenti che molto, troppo spesso, sono accompagnate da frasi di rammarico come
"spiacenti, bersaglio mancato".
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